Da San Clemente alla Francia per combattere sul Fronte Occidentale: il sacrificio del soldato Enrico Berardi
di Marco Valeriani -
Negli ultimi 6 anni, impegnato a raccogliere documenti, libri, pubblicazioni e foto inerenti la Grande Guerra, ho riservato particolare attenzione alle sorti dei soldati partiti dalla Valconca e, in moltissimi casi, mai più tornati alle loro famiglie e case. Ma un conto è combattere per l'Italia non distanti dai confini del Paese di quell'epoca; un altro conto, invece, morire per la libertà, seppur in onore alla Patria, su suolo straniero.
È ciò che accadde a due soldati sanclementesi, Enrico Berardi e Raffaele Montanari, entrambi caduti in Francia.
Perché in Francia? Cosa c'entrano i soldati in panno grigioverde con la Grande Guerra combattuta al di là delle Alpi? Forse non tutti sanno che l'Italia, nel corso del Primo Conflitto, all'indomani della terribile disfatta di Caporetto - ottobre-novembre 1917 - potè beneficiare di truppe fresche inviate dagli amici Alleati: truppe il cui scopo coincide con il favorire nel Regio Esercito una completa riorganizzazione tecnico-logistica. Ebbene, nei primi mesi del 1918, alla vigilia dell'offensiva di primavera, il Regno d'Italia decide di contraccambiare "la cortesia" trasferendo sul Fronte Occidentale un Corpo di spedizione a sostegno dello sforzo alleato. Il Comando supremo militare sceglie il II Corpo d'Armata di Milano, al cui controllo conferma il generale Alberico Albricci.
Enrico Berardi - ci soffermiamo sulla sua vicenda personale - nato a San Clemente il 10 ottobre 1892, viene arruolato proprio nell'89° Reggimento Fanteria "Brigata Salerno": reggimento destinato, ahinoi, a far parte del II Corpo d'Armata diretto in Francia a fronteggiare i tedeschi.
Trasferita nella zona di Montichiari (Brescia), infatti, la "Brigata Salerno" fino all'ultima settimana d'aprile del 1918 prosegue tranquilla nel suo riordinamento e nell'istruzione dei componenti; per poi essere "inglobata" dal II Corpo d'Armata e preparare "armi e bagagli" con destinazione finale il fronte francese. Il 24 aprile 1918 i giochi sono completati e le cronache militari attestano il posizionamento della "Salerno" non lontano da Mailly. Punto.
Berardi non ha ancora compiuto 26 anni quando, il 4 ottobre 1918 - manca appena un mese alla fine delle ostilità - muore a causa delle ferite riportate durante gli incessanti e ostinati combattimenti che vedono la Brigata impegnata contro l'esercito tedesco non lontano dalla località di Croix Sans Tete (conquistata il 1° ottobre). La stessa Brigata - Berardi è già deceduto - riuscirà poi a portarsi sulle posizioni dominanti il canale Oisne-Aisne solo il 6 ottobre. E soltanto il 10 ottobre arriverà, finalmente, a infrangere le resistenze del nemico.
Nell'Albo d'Oro dei Caduti, a differenza di Raffaele Montanari, non è indicato il luogo della sua sepoltura. La fortuna mi è venuta in soccorso e dopo alcuni giorni dalla prima ricerca, sono riuscito a rintracciare il cimitero in cui Berardi riposa da allora: il Cimitero Militare Italiano di Soupir. Un minuscolo comune di 316 anime nel dipartimento dell'Aisne, regione dell'Alta Francia. La documentazione fornita dal Ministero della Difesa - Commissariato Generale Onoranze Caduti in Guerra è stata fondamentale.
Un altro tassello della piccola-grande Storia della Valconca che va a posto!
- Cimitero di Soupir, Berardi è segnalato in ordine alfabetico tra 588 caduti - |